EATALY SCEGLIE LEVONI PER IL NUOVO STORE DI NEW YORK

Levoni, storico brand di salumi di alta qualità, è la prima azienda italiana a portare negli Stati Uniti i salami 100% italiani. Tutta la bontà di salumi di eccellenza, ottenuti da suini nati, allevati e trasformati in Italia, entra a far parte della proposta gastronomica del nuovo Eataly New York City Downtown, inaugurato il 2 agosto 2016 e che ha aperto ufficialmente al pubblico l’11 agosto.
Nel tempio del gusto e del buon cibo italiani, Levoni e Eataly condividono gli stessi valori di attenzione a qualità e bontà, un connubio di delizia per il palato e di trasparenza per i consumatori, elementi rispetto ai quali Levoni non ammette vie di mezzo, come ben esprime la dichiarazione del manifesto dell’azienda “O tutto, o niente. Noi abbiamo scelto tutto. Tutti i salumi a marchio Levoni sono “nati e allevati” in Italia perché sulla qualità, sulla bontà e sulla trasparenza non ci sono vie di mezzo. O tutto o niente ci siamo detti, noi abbiamo scelto tutto”.
“L’ingresso di Levoni nel mercato statunitense in partnership con un brand come Eataly, che si fa
portatore nel mondo dell’orgoglio e dell’eccellenza italiani con uno spirito di condivisione e scambio culturale che a Eataly NYC Downtown diventa particolarmente forte – dichiara il Presidente Nicola Levoni – ci rende maggiormente fieri del percorso di qualità che la nostra azienda non ha mai smesso di perseguire fino a portare a compimento, proprio nella primavera 2016, la propria offerta Tutto Made in Italy.”
“Tutti gli oltre 300 salumi a marchio Levoni sono ottenuti da suini nati, allevati e trasformati in Italia” spiega Nicola Levoni “E’ una scelta coerente con la filosofia dell’azienda che da sempre cerca una qualità senza compromessi, offrendo al consumatore informazioni chiare per operare le proprie scelte. La decisione di esplicitare la provenienza delle carni è la naturale conseguenza del legame della nostra azienda con il nostro territorio. Qui vengono allevati i suini che utilizziamo per produrre i nostri salumi, qui è radicata la tradizione della lavorazione delle carni e qui, nella nostra azienda, da oltre 100 anni si tramanda da una generazione all’altra il sapere della produzione di salumi di qualità. Questo vale sia per la nostra famiglia, sia per le persone che, con passione, lavorano con noi. ”
E il “Tutto Made in Italy secondo Levoni” è proprio questo: una proposta forte e innovativa che con quel“Tutto” va oltre il concetto di “Made in Italy” (trasformazione sostanziale della materia prima in Italia) inglobando i requisiti di “Origine Italia” (suini nati, allevati e macellati in Italia).
Una scelta aziendale importante, impegnativa, senza sfumature, grazie alla quale il consumatore ottiene certezza sulla reale italianità della carne senza timore di incorrere in errate interpretazioni e chel’azienda ha voluto sostenere con una certificazione volontaria non di una linea di prodotti, ma di tutti i salumi a marchio Levoni.
Il Gruppo Levoni vanta un solido Sistema di Gestione della Qualità che garantisce l’eccellenza dei suoi salumi. Già da oltre 10 anni tale sistema è certificato secondo lo standard globale per la sicurezza alimentare BRC (British Retail Consortium). Oggi anche l’origine italiana delle carni di tutti i salumi a marchio Levoni è certificata: per i prodotti DOP da INEQ e IPQ, enti certificatori nominati dal MIPAAF; per tutti glialtri salumi da CSQA secondo la norma ISO 22005:2008 standard di riferimento dei Sistemi di Rintracciabilità Agroalimentari che ha assegnato a Levoni il Certificato n. 41455.
Per approfondire cos’è per Levoni il vero Made in Italy, l’azienda ha creato anche un sito dedicato:
www.tuttolevoni.it

 

Vinibuoni e i tesori del Belpaese

Mentre a Buttrio tutto è pronto per celebrare l’evento delle finali di Vinibuoni d’Italia per incoronare l’eccellenza della produzione autoctona italiana, il mercato Usa nelle parole di Jeff Porter, uno dei massimi sommelier degli States e beverage director del gruppo Batali & Bastianich Ospitality Group, premia l’impegno dei vignaioli italiani impegnati nella ricerca sui vitigni autoctoni.
Il successo dei locali di Joe Bastianich, che in Usa ne ha aperti 25, in collaborazione con lo chef Mario Batali, passa anche per la carta dei vini, con centinaia di etichette del Belpaese.
“Il vino italiano è una componente chiave della tavola. È da molto tempo - racconta Jeff Porter, intervistato a “Collisioni” da Wine news - uno dei Paesi di riferimento, anche grazie alla spinta del turismo, che ha consentito a persone di New York, Pittsburgh, Dallas, Los Angeles di conoscere l’Italia”.
“Gli americani - continua Porter - amano immergersi nella cultura italiana. La tendenza a fare vini dal gusto omologato sta morendo, e giustamente non ha senso un vino italiano con lo stesso sapore di un vino della California. Ci sono cantine che per molto tempo hanno tentato di fare con il Sangiovese vini simili ai Bordeaux, ma perché? È bello vedere gente che sa riconoscere ed apprezzare il Barolo, il Barbaresco, i vini toscani e quelli pugliesi.... Mi piace l’idea di fare un breve viaggio in Italia solo con i suoi vini, ognuno dei quali racconta un aspetto e una regione diversa, esaltando i diversi piatti delle tradizioni locali, senza muovermi dagli Stati Uniti, perché oggi è possibile farlo, c’è spazio e consapevolezza anche per i territori meno noti”.
Parole sacrosante quelle di Porter, perché i vini da vitigni autoctoni sono identitari di territori e di culture rare e preziose di cui è ricca l’Italia che vanta un patrimonio unico al mondo. Un patrimonio di vini e vitigni che contempla tutte le aree vitivinicole italiane, famose e meno conosciute, che anno per anno emergono con più evidenza e forza attraverso l’esaltazione dei vini di eccellenza che Vinibuoni d’Italia incoronerà nell’evento delle finali.

Joe Bastianich: vino e territorio

Joe Bastianich non manca mai a Vinitaly, fin dal 1987, come ha lui stesso dichiarato.
Lo abbiamo incontrato nel suo stand, nel padiglione del Friuli Venezia Giulia, attorniato da tantissimi fan ed appassionati, e abbiamo aprofittato della sua disponibilità per qualche domanda.

Joe Bastianich, da una parte produttore e dall'altra ristoratore. In questa doppia veste, cosa cerchi in un vino, a seconda dei casi?

Dal punto di vista del produttore per me sono molto importanti due cose, almeno nei mie vini, non sarà così per tutti probabilmente... io sono arrivato a produrre vino come secondo o terzo lavoro nella mia vita e questo mi permette di fare due cose fondamentali: rispettare la varietà e il territorio, con interventi minimalistici, in modo che a parlare siano il terroir e il suo vitigno e poi la cosa forse più importante creare vini che sono molto personali, nel mio caso sono anche un po' estremi, perchè ho la fortuna di poter presentare vini che non vanno sempre nella direzione del mercato, anzi spesso sono controtendenza.
Come acquirente di vini è tutta un'altra cosa, perchè non vai alla ricerca dei tuoi gusti personali, nel senso che come ristoratore io cerco di comprare vini che possano accontentare i nostri clienti e che si abbinino al cibo. E' più una scelta che rispetta la proposta culinaria e il tipo di pubblico che viene a consumarli.

A volte la ricerca dell'affermazione sul mercato può spingere un produttore a cercare di mettere in luce gli aspetti più ruffiani di un vino, a costo di snaturarne la tipologia. Come giudichi questo approccio?

E' un errore assoluto, il mercato cambia troppo velocemente.
Se pensiamo ad uno chef, un ristorante, che cercasse di seguire la moda cambiando piatti ogni giorno, difficilmente ce la farebbe.
Col vino è praticamente impossibile, i tempi di produzione sono così lunghi che cercare di seguire una tendenza non è praticabile.
La cosa più coraggiosa e interessante è invece cercare di crearla una tendenza.

La guida ViniBuoni d'Italia ha instaurato da alcuni anni una partnership con il Comune di Buttrio, dove svolge ogni anno le finali aperte al pubblico. Quest'anno inoltre Buttrio diventa la capitale italiana dei vini autoctoni e la sua fiera regionale diventa nazionale. Cosa ne pensi di questo territorio che è anche il tuo?

Io ho iniziato il mio percorso vinicolo a Buttrio, e qui secondo me, anche nel contesto dei Colli Orientali e più i generale del Friuli, c'è forse il più grande terroir per i vini bianchi in Italia e uno dei più grandi nel mondo.
Buttrio ha un abbinamento raro tra terreno collinare e clima caldo con un buono sbalzo termico, e queste due cose fanno sì che qui si producano tra i migliori vini bianchi in Italia e al mondo, non solo perchè lo facciamo noi, ci sono altre aziende che lo dimostrano.

La Guida ViniBuoni d'Italia ha come pecularità da sempre l'attenzione ai vini da vitigno autoctono italiano. L'Italia vanta il maggior numero di vitigni autoctoni al mondo, quanto è importante continuare a investire su questo patrimonio?

Fortunatamente in questo momento c'è anche un po' di moda, di tendenza legata ai vitigni autoctoni, che sono una delle cose che distinguono l'Italia nel mondo, assieme al cibo.
Più in generale la biodiversità che c'è in Italia non si riscontra da nessuna altra parte al mondo, per cui anche nel vino è importantissimo cercare di promuovere le tante varietà presenti, anche quelle magari un po' più dimenticate. E la cosa per me ancora più fondamentale è abbinare i vini con il cibo locale.