Alla Cantina Produttori Cormòns il premio Eticork di Amorim Cork Italia e Vinibuoni d’Italia

un traino dell’economia nazionale, è un simbolo del Made in Italy, è la storia di un territorio e dei suoi produttori, ma il vino è diventato anche simbolo di solidarietà e in questi ultimi anni si è tinto dei colori virtuosi dell’impegno etico.
Vinibuoni d’Italia anche in questa edizione ha avuto l’onore e il piacere di affiancare Amorim Cork Italia nell’importante compito di individuare tra i vari progetti solidali che sono stati vagliati per la candidatura al Premio Eticotk quello che per continuità si è particolarmente distinto.
Il premio Eticork, giunto alla quinta edizione, è stato istituito da Amorim Cork Italia per promuovere e valorizzare l’impegno di quelle aziende che coniugano gli sforzi produttivi con l’impegno nella sfera sociale.
“Questo premio - afferma Carlos Veloso dos Santos, amministratore delegato - è espressione dei valori più sacri del sughero: sostenibilità, fiducia, futuro. Un modo per rimanere sensibili verso ciò che accade attorno a noi, ma soprattutto per notare i segni di bellezza che ci circondano e permettono di guardare con positività alla condivisione sana di principi, quale quello della gratitudine. Con Eticork, in particolare, la rivolgiamo a coloro che guardano oltre il quotidiano per impreziosire il mondo quale bene collettivo”.
Il riconoscimento “Eticork” quest’anno viene assegnato alla Cantina Produttori Cormòns che da sette anni dà il proprio contributo all’Anffas di Gorizia (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con disabilità intellettiva e/o relazionale), coinvolgendo le persone disabili in tutte le fasi di produzione, dalla vendemmia all’imbottigliamento, per la realizzazione di un “Collio Bianco Doc”.
Il ricavato della vendita di questo vino sostiene il Centro diurno e i ragazzi che vi sono ospitati. Le etichette sono firmate ogni anno da pittori e grafici regionali. L’ultima è stata realizzata dal maestro Luciano de Gironcoli e riproduce i ragazzi dell’Anffas in vendemmia. A fianco, sull’etichetta, è stato riprodotto un messaggio di Roberto Speziale, presidente nazionale di Anffas, che descrive il vino: “Colore: caldo e piacevole, come le persone con disabilità. Gusto: forti aromi di intensa solidarietà; intenso profumo di bello e di buono. Cuore: grande e generoso, come tutti coloro che si prendono cura e carico di chi è in difficoltà. Qualità: vino eccellente la cui franchezza, finezza ed armonia risulta in piena sintonia con il contesto sociale in cui è prodotto”.

“Lalella” disegna la nuova etichetta del Vino della Pace

"Sono felice quando faccio ciò che mi piace: disegnare come una bambina. In fondo, non sono mai cresciuta. Così penso, fare la Moda è un eterno giocare con le bambole”. Questa frase di Raffaella (Lella) Curiel scritta a mano sotto una ricetta del suo libro “Lo stile in cucina” uscito nel 2010, sembra calzare perfettamente per presentare la sua etichetta del Vino della Pace. L’anno scorso, infatti, la Cantina Produttori Cormòns (Gorizia) ha rilanciato questo vino famoso, messaggero di fratellanza tra i popoli, rendendolo elegante e accattivante al gusto e all’olfatto, ma lo ha anche vestito con stile. È un assemblaggio di tre varietà autoctone del Collio - Malvasia, Ribolla e Friulano - più Pinot bianco e Chardonnay, e le etichette sono ora disegnate da stilisti italiani. Il primo è stato il maestro Roberto Capucci, la cui Fondazione ha sede nella prestigiosa Villa Manin di Passariano (Udine). «Il vino ha ricevuto diversi riconoscimenti nazionali e internazionali che ci hanno incoraggiato a proseguire» dichiara entusiasta il dg Alessandro Dal Zovo. Quest’anno a disegnare l’etichetta è Raffaella Curiel, figlia della triestina Gigliola Curiel (1919-1969) che, dopo aver venduto il marchio, esce con la firma “by Lalella”, perché tutti la chiamano la Lella. Il coinvolgimento della stilista milanese, che è impegnata da anni in campo sociale, come la Cantina Produttori, è coinciso con il lockdown e lei stessa ha confessato: «Mi sono confortata assaporando il vostro meraviglioso vino bianco che sicuramente mi ha dato momenti di piacevolezza durante i miei pasti a base di pesce che mangio spesso». Ed essendo “una donna che fa quadrare il cerchio”, come la definì il giornalista Alberto Orefice, dalla mano della Lella è uscito un disegno dallo stile inconfondibile, semplice e vivace, che la ritrae «così con occhi e bocca colorata» e con la frase “Che vino! Il mio vino”. A fianco del disegno c’è la poesia “Nascosti”, di Giulia Tesolin, tratta dalla raccolta “La vita è sogno – microcosmi di poesia” (1998-2003). Giulia ha frequentato il liceo classico di Gorizia, «fondamentalmente perché studiare mi piaceva e sinceramente non avevo ancora le idee ben chiare sul mio futuro. Quelli sono stati gli anni in cui, grazie anche all'aiuto dei professori, spesso i miei pensieri prendevano vita con carta e penna ed io nel frattempo crescevo. Dopo la maturità mi sono iscritta all’Università, Viticoltura ed Enologia, una scelta che ha stupito professori, amici e parenti». Ora è ancor più stupita nel vedere una sua poesia, scritta da ragazza, sull’etichetta del Vino della Pace, conosciuto nel mondo per la finalità benefica, accanto al disegno di Lella Curiel, l’intellettuale della moda italiana.