I vigneti eroici e i tesori delle acque di Portovenere

Portovenere, perla del Golfo dei Poeti, è una delle mete turistiche più gettonate dell’intero Paese. Ogni anno questa area della Liguria, impreziosita dal Parco Nazionale delle Cinque Terre e che incastona questa splendida cittadina, mantenuta intatta nella sua struttura medioevale, mette in moto un flusso di visitatori italiani e stranieri attratti da un paesaggio incantevole e, ultimamente, anche dai vini che nascono sui terrazzamenti ricavati dai vignaioli lungo strapiombi che cadono ripidi nel mare.

La millenaria coltura della vite ha rappresentato per il territorio delle Cinque Terre un elemento capace di modificarne in profondità la fisionomia, infatti 
nel passato l’agricoltura, attività dominante nella zona, era rivolta soprattutto alla coltivazione della vite. Ad oggi, soprattutto dopo l’istituzione del Parco Nazionale, gli sforzi per recuperare la tradizione legata all’attività vitivinicola sulle terrazze delle Cinque Terre hanno dato buoni risultati nonostante i circa cento ettari coltivati oggi a vigneto non siano minimamente paragonabili ai 1.400 di un secolo fa.
 Una viticoltura eroica soprattutto ispirata alla coltivazione dei vitigni Bosco, Albarola e Vermentino, da cui nascono il Cinque Terre e Cinque Terre Sciacchetrà Doc.

A dominare il golfo, il Grandhotel Potrovenere ha ospitato la presentazione ligure della guida Vinibuoni d’Italia con l’assegnazione ai produttori dei diplomi della Golden Star e delle Corone attribuite ai vini di eccellenza che, per la loro adesione al vitigno e al territorio hanno raggiunto il massimo indice di gradimento da parte dei commissari della guida e del pubblico votante.

Mario Busso, nell’introdurre la premiazione dei vignaioli ha sottolineato come nonostante una ristretta estensione di coltivazione, i vini della Liguria stiano raggiungendo elevati livelli di qualità attestati dal fatto che i giudizi del pubblico in fase di degustazione finale hanno attributo ai vini selezionati dal coordinatore regionale Daniele Bartolozzi ben 7 corone che sono andate alle aziende:

C’è un dato molto significativo – ha sottolineato ancora Mario Busso – rappresentato dal fatto che i vignaioli della regione non hanno mai abdicato alla coltivazione dei vitigni tradizionali, neppure in tempi in cui le guide premiavano le produzioni ottenute da vitigni internazionali. Rossese e Ormeasco per i rossi; Pigato, Vermentino, Bianchetta Genovese, Bosco e Albarola – per citare i più diffusi, ma anche Granaccia e Alicante - regalano oggi 8 Doc e 3 Igt che danno continuità alla tradizione millenaria di cui abbiamo già traccia in Strabone e Plinio il Vecchio. A conferma di questa lunga affascinante storia, Paolo Varrella, responsabile della Cooperativa Mitilicoltori Spezzini, nel suo intervento ha citato i ritrovamenti di anfore vinarie risalenti alle varie epoche del periodo romano.

E proprio Paolo Varrella, muscolaio e ostricoltore spezzino, ha accompagnato la Redazione di Vinibuoni d’Italia in un bellissimo tour nelle acque del golfo che nascondono “vigne” sottomarine di “muscoli” e soprattutto di pregiatissime ostriche, che si presentano di un verde brillante, profumatissime al naso, sapide nel finale. Ad allevarle è uno sparuto gruppo di indomiti mitilicoltori che dopo anni di sperimentazioni portano oggi sulle nostre tavole un tesoro inimitabile.

Sono state degustate con lo Sciacchetrà, mentre la barca buttava l’ancora nelle acque dell’isola Palmaria, posta davanti Portovenere. Un momento magico allietato dal rassicurante suono delle campane del mezzodì che annunciavano un ingresso onirico in paradiso.

Champagne e ostriche evocano entrambi lusso e lussuria, e abbinarli è un classico: ma gli esperti sostengono che, nove volte su dieci, l’abbinamento è totalmente sbagliato. Con estrema facilità la sensazione metallica delle ostriche unita all’acidità e alla carbonica dello Champagne produrranno fastidiosi sentori metallici, e le decise sensazioni salmastre dell’ostrica non troveranno armonia con le delicate trame delle bollicine d’Oltralpe. A questo punto, ci confortavano le sicure certezze di Alessandro Scorsone, grande esperto di cucina, nonché cerimoniere di Palazzo Chigi, che suggerisce che… “le nostre ostriche danno il meglio abbinate a un passito. Ecco perché lo Sciacchetrà con la sua vena dolce e la sua mineralità salmastra - che a volte richiama nettamente proprio il gusto dell’amato mollusco - si adatta all’abbinamento decisamente meglio rispetto allo Champagne. Fresco e agrumato, riesce dove il più blasonato compagno fallisce”.

LIGURIA, IL VINO TRA MARE E TERRA

Dopo il Friuli Venezia Giulia, la Valle d’Aosta, l’Emilia-Romagna, la Puglia, il Molise e l’Abruzzo, Vinibuoni d’Italia fa tappa a Portovenere. Con questi eventi la guida del Touring Club Italiano, curata da Mario Busso, tocca le varie regioni italiane con un programma che proseguirà ad aprile con la Calabria, la Sicilia e la Sardegna per concludersi a maggio con il grande evento di Imola.

Portovenere ospiterà, dunque, il 23 marzo la sesta tappa del Gran Tour di Vinibuoni d’Italia. L’evento, organizzato in collaborazione con il Comune di Portovenere e la direzione del Parco Nazionale delle Cinque Terre, è finalizzato alla presentazione territoriale della guida e sarà l’occasione per consegnare i diplomi alle aziende che hanno raggiunto la Golden Star e la Corona che il pubblico ha attribuito durante le finali di Vinibuoni d’Italia con l’evento “Oggi le corone le decido io”.

Anche quest’anno dunque, in continuità con la passata edizione, Vinibuoni d’Italia ha voluto incontrare i produttori della Liguria che si sono distinti raggiungendo, con i loro vini, i massimi riconoscimenti della guida.

Vinibuoni d’Italia, dedicata ai soli vitigni autoctoni, si conferma dunque uno strumento di straordinaria importanza per la promozione dei vini della regione, perché, unica nel settore, consente di dare risalto alle specifiche e inimitabili identità territoriali della Liguria.

Unita al tema della valorizzazione dei vini autoctoni, la parola chiave che caratterizza l’impegno della guida del Touring Club Italiano è lo sviluppo sostenibile. Le risorse devono essere gestite in modo che le esigenze economiche, sociali ed estetiche, possano essere soddisfatte mantenendo l’integrità culturale, i processi ecologici essenziali, la diversità biologica e i sistemi di vita nell’area in questione. Partendo da questi presupposti e dal fatto che Europarc ha riconosciuto nel 2015 l’inserimento del Parco Nazionale delle Cinque Terre nella rete dei parchi che hanno ottenuto la Carta Europea del Turismo Sostenibile nelle Aree Protette, la presentazione della guida diventa altresì occasione per dibattere con i produttori vitivinicoli su alcune importanti tematiche collegate alla valorizzazione del territorio in funzione di un nuovo modo di fare turismo.

A introdurre il tema, alle 15.30, presso la Sala Meeting del Grand Hotel Portovenere, sarà il curatore nazionale della guida Mario Busso, che, in collaborazione con Linda Nano promotrice dell’incontro regionale, stimolerà un dibattito che vedrà coinvolti Patrizio Scarpellini, direttore del Parco Nazionale delle Cinque Terre, Matteo Cozzani, sindaco di Portovenere, Paolo Varella, responsabile della Cooperativa Mitilicoltori Spezzini, e Fabio Bocchiola, Country Manager di Repower Italia, azienda leader nel settore della mobilità elettrica.

La partnership con Vinibuoni d'Italia - ha dichiarato Fabio Bocchiola - si inserisce in un percorso avviato dal nostro gruppo energetico a sostegno delle eccellenze italiane. Attraverso la promozione di un nuovo modo di viaggiare e di conoscere il nostro paese, Repower mette a sistema le risorse produttive e turistiche italiane, legandole tutte con il filo rosso della sostenibilità. Grazie alla mobilità elettrica - sostenuta dai nostri circuiti di ricarica - abbiamo inaugurato una collaborazione che ci porterà in tutta Italia a promuovere la diffusione di questa tecnologia, efficiente, silenziosa e intelligente, come mezzo ideale per (ri)scoprire i nostri territori”.

Seguirà, verso le 17.30 la degustazione dei vini liguri selezionati dalla guida in abbinamento ai Salumi Levoni e alle 19.30 l’aperitivo sarà introdotto da Alessandro Scorsone, maestro di cerimonia di Palazzo Chigi, che presenterà una selezione di Spumanti Metodo Classico ottenuti da vitigni autoctoni scelti da Vinibuoni d’Italia in accompagnamento con le ostriche e i muscoli della Cooperativa Mitilicoltori Spezzini.

L’evento si concluderà al Ristorante Palmaria del Grand Hotel di Portovenere con la cena curata dallo Chef Francesco Parravicini, le cui ricette saranno abbinate a una selezione di vini liguri presenti nell’edizione 2018 di Vinibuoni d’Italia.