Cento anni nel calice

Non esiste nazione dotata di ricchezze storiche, ambientali e artistiche come l’Italia, un paese capace di suscitare innamoramenti negli artisti e nei letterati di ogni epoca. La medesima considerazione si può fare per i vini, perché gli avvenimenti storici, i costumi, il clima hanno fatto sì che ogni regione si configurasse con una propria identità vitivinicola.
Dietro questo lungo cammino ci sono tanti attori, ci sono cantine secolari in cui il tempo ha fermato e confermato valori; in cui l’azione dell’uomo ha saputo coniugare la tradizione all’innovazione; filosofie di produzione e di vita; devozione al lavoro e continuità nella ricerca qualitativa; impegno nel vigneto e nella valorizzazione dei vitigni autoctoni del territorio. Queste cantine mostrano l’orgoglio dell’esperienza e il risultato è nei vini di etichette gloriose che hanno fatto la storia enologica dell’Italia.
Nel mondo del vino, lo “storytelling”, ovvero la creazione di contenuti che rendano unico il brand, sarà sempre più importante, soprattutto sui mercati più evoluti.
Vinibuoni d’Italia, unica guida italiana che ha scelto di promuovere i vitigni autoctoni intende impegnarsi su alcune declinazioni dello storytelling, raccontando di castelli, ville, abbazie, borghi medioevali, spazi moderni in cui tuttavia ritroviamo storie enologiche antiche.
Il progetto celebra il “saper fare”, in cui il filo conduttore della narrazione è il lavoro delle aziende vitivinicole italiane con 100 e più anni.
Le protagoniste del nuovo progetto di Vinibuoni sono dunque sia quelle famiglie che sono rimaste saldamente al comando delle aziende fondate dai loro avi, sia quelle che, pur nei passaggi di mano, hanno contribuito al successo del brand originale, raccontando storie fatte di valori e di persone.
Il progetto di Vinibuoni d’Italia vuole dunque testimoniare un lungo capitolo della storia italiana, portando al centro dell’attenzione la genialità e le capacità creative che il mondo del vino riveste nel “made in Italy”.
Nella nuova edizione della guida, le aziende centenarie selezionate verranno connotate con un’icona per evidenziare e promuovere il lungo percorso attraverso cui si è affermata la vitivinicoltura italiana e con essa il presidio e la salvaguardia di un patrimonio enologico unico al mondo.

Enoteca Italia a Vinitaly

La guida Vinibuoni d’Italia continua le iniziative promozionali già intraprese negli scorsi anni, riproponendo il suo impegno nel valorizzare i vini da vitigni autoctoni italiani. A Vinitaly il firmamento si arricchisce di nuovi vini stellati che brillano nel grande banco degustazione di Enoteca Italia. Operatori e winelovers infatti potranno degustare ed apprezzare 425 vini provenienti da tutte le regioni italiane.
Giunta alla tredicesima edizione, la guida promuove il Made in Italy del vino proponendo e premiando anche le tipologie meno conosciute, ma degne di essere apprezzate per l’eccellente qualità dimostrata.

Enoteca Italia porta in scena una degustazione di vini italiani del tutto eccezionale, poiché in un solo spazio sarà possibile apprezzare un numero elevato di vini rappresentativi del prezioso ed unico mosaico vitivinicolo che il mondo intero ci invidia. Un vero e proprio patrimonio per l’Italia, riconosciuto universalmente per tipicità e qualità, espressione della più grande biodiversità del mondo.
Per la degustazione dei vini occorre accreditarsi presso lo stand Vinibuoni d’Italia, quindi richiedere i vini indicando il numero di codice contrassegnato nel catalogo.

Scarica qui : catalogo enoteca italia

 

 

Vinibuoni sbarca a Marsala

L’evento di premiazione e della consegna dei diplomi  venerdì 18 marzo 2016 alle ore 17,30
presso Enoteca della Strada del Vino di Marsala – Via XI Maggio 32 – Marsala

È Marsala ad accogliere la presentazione regionale della guida Vinibuoni d’Italia.
Organizzato dal coordinatore regionale Umberto Gambino in collaborazione con Wine of Siclia Doc, Assovini Sicila, Strada del vino Terre d'Occidente, Enoteca della Strada del Vino di Marsala, l’evento rappresenta uno dei momenti clou per i produttori, quello della premiazione dei vini che hanno raggiunto i massimi riconoscimenti. Si tratta, con la tappa di Marsala, del decimo appuntamento di un percorso che Vinibuoni d’Italia del Touring Club Italiano ha intrapreso per conoscere da vicino le realtà produttive e condividere con i vignaioli locali riflessioni e commenti sull’operato della guida e della vitivinicoltura locale.

Interverranno:
MARIO BUSSO, curatore nazionale della guida
UMBERTO GAMBINO, coordinatore regionale Calabria Basilicata
ANTONIO RALLO, Presidente Doc Sicilia
FRANCESCO FERRERI, Presidente Assovini Sicilia
SALVATORE LOMBARDO, Presidente Strada del Vino del Marsala
Modera l’incontro
ROSA RUBINO, Direttore de “Il Vomere”

Durante la presentazione verranno consegnati i diplomi alle aziende vitivinicole siciliane che hanno raggiunto gli ambiti riconoscimenti della Corona, della Golden Star e della Corona del Pubblico “Oggi Le Corone Le decido IO”.

Seguirà
un invitante percorso di degustazione dei vini siciliani selezionati
nell’edizione 2016 di Vinibuoni d’Italia.

A conclusione della serata, alle ore 19 alle 21
aperitivo di prelibatezze gastronomiche abbinate ai vini premiati

Ingresso libero
Aperitivo con ticket di euro 10
per informazioni e prenotazioni: 0923.713489 - 347 4672512

I riconoscimenti nazionali dell’edizione 2016 della guida Vinibuoni d’Italia
•1387 le aziende selezionate in guida
•467 i vini che hanno ottenuto la Corona: massimo riconoscimento per i vini top dell’eccellenza, scelti con voto palese di maggioranza nella sessione finale di degustazione a commissioni riunite su scala nazionale. La premiazione e presentazione della guida alla stampa si è tenuta nel Teatro Puccini di Merano.
•184 i vini che hanno ottenuto la Golden Star: secondo massimo riconoscimento per i vini che hanno espresso eleganza, finezza, equilibrio, qualità e precisa espressione del varietale e del territorio.
•360 le corone attribuite dai winelovers ovvero dal pubblico che ha assistito alle finali di Vinibuoni d’Italia e che ha votato parallelamente ai coordinatori della guida nell’evento “Oggi le Corone le decido IO”. Fatto unico nel mondo delle guide, perché con questa iniziativa anche quest’anno operatori, ristoratori e winelovers, in parallelo alle commissioni di Vinibuoni d’Italia, hanno potuto indicare con il proprio voto i vini da inviare a Corona.
•242 i vini da non perdere: vini di particolare pregio che le commissioni regionali hanno voluto mettere in risalto, dedicando loro un’apposita sezione della guida.

I riconoscimenti della Sicilia

Le Corone

Baglio di Pianetto 
Sicilia Igt Nero d'Avola Cembali 2009
Benanti 
Etna Doc Rosso Rovittello 2011
Cantine Barbera 
Menfi Doc Rosato La Bambina 2014
Cottanera 
Etna Doc Rosso 2012
Cuppari 
Faro Doc San Placido 2011
Feudo Montoni 
Sicilia Doc Grillo Vigna della Timpa 2014
Firriato 
Etna Doc Rosso Cavanera Rovo delle Coturnie 2013
Florio 
Marsala Doc Superiore Riserva Semisecco Ambra Donna Franca
Francesco Intorcia Heritage 
Marsala Doc Superiore Riserva Ambra Dolce Vintage 1980 35 years old tino n. 2
Girolamo Russo 
Etna Doc Rosso San Lorenzo 2013
Hauner 
Malvasia delle Lipari Doc Passito Selezione Carlo Hauner 2012
Judeka 
Cerasuolo di Vittoria Docg 2013
Marco De Bartoli 
Terre Siciliane Igt Pignatello Rosso di Marco 2013
Morgante 
Sicilia Doc Nero d'Avola Don Antonio 2012
Passopisciaro 
Terre Siciliane Igt Nerello Mascalese Contrada C (Chiappemacine) 2013
Pellegrino Carlo 
Marsala Doc Vergine Riserva 2000
Planeta 
Menfi Doc Fiano Cometa 2014
Solidea 
Passito di Pantelleria Doc 2014
Tenuta di Fessina 
Etna Doc Rosso Riserva Il Musmeci 2011
Tenuta Gatti 
Mamertino di Milazzo Doc Grillo-Inzolia Catalina 2014
Vasari 
Mamertino di Milazzo Doc Nero d'Avola 2012

Le Corone del pubblico
Baglio di Pianetto 
Sicilia Igt Nero d'Avola Cembali 2009
Benanti 
Etna Doc Rosso Rovittello 2011
Fenech Francesco 
Salina Igt Malvasia Maddalena 2014
Feudo Montoni 
Sicilia Doc Grillo Vigna della Timpa 2014
Firriato 
Etna Doc Rosso Cavanera Rovo delle Coturnie 2013
Florio 
Marsala Doc Superiore Riserva Semisecco Ambra Donna Franca
Francesco Intorcia Heritage 
Marsala Doc Superiore Riserva Ambra Dolce Vintage 1980 35 years old tino n. 2
Hauner 
Malvasia delle Lipari Doc Passito Selezione Carlo Hauner 2012
Morgante 
Sicilia Doc Nero d'Avola Don Antonio 2012
Planeta 
Menfi Doc Fiano Cometa 2014
Solidea 
Passito di Pantelleria Doc 2014
Tenuta Enza La Fauci 
Terre Siciliane Igt Bianco Case Bianche 2014
Tenuta Gatti 
Mamertino di Milazzo Doc Grillo-Inzolia Catalina 2014
Vasari 
Mamertino di Milazzo Doc Nero d'Avola 2012
Le Golden Star
Arianna Occhipinti 
Terre Siciliane Igt Rosso Il Frappato 2013
Benanti 
Etna Doc Bianco Superiore Pietra Marina 2011
Calì Paolo 
Cerasuolo di Vittoria Docg Classico Forfice 2011
Duca di Salaparuta 
Terre Siciliane Igt Nerello Mascalese Làvico 2012
Fenech Francesco 
Salina Igt Malvasia Maddalena 2014
Graci 
Etna Doc Bianco Arcurìa 2013
Palari 
Terre Siciliane Igt Rosso del Soprano 2013
Tasca d'Almerita 
Sicilia Doc Nerello Mascalese Il Tascante 2012
Tenuta Enza La Fauci 
Terre Siciliane Igt Bianco Case Bianche 2014
Valle dell'Acate 
Cerasuolo di Vittoria Docg Classico 2012

Tanto per farci del male

Dal recente convegno di Scandiano (Re), dove si è parlato di Lambrusco e difesa dei vitigni italiani, si è parlato del pericolo che incombe sui territori: l’obbligo d’accorpamento dei comuni sotto i 5 mila abitanti. La proposta di legge crea scompiglio nelle denominazioni d’origine.
Dalla Val d’Aosta alla Sicilia, passando per Aymavilles e Morgex (Ao) fino a Montevago (Ag) e in decine di altri paesi del vino, la proposta di legge per obbligare i Comuni sotto i 5mila abitanti a fondersi, presentata alla Commissione Affari istituzionali della Camera da 20 parlamentari Pd, rischia di creare molta confusione ed effetti collaterali sul sistema delle denominazioni d’origine italiana, ricca di vini conosciuti per il nome del Comune in cui sono prodotti, e con riflessi negativi anche sull’enoturismo e sulla produzione, per aspetti d’etichettatura e promozione.
A lanciare l’allarme, a margine del convegno, è l’Associazione Nazionale Città del Vino, rete di 450 Comuni italiani a vocazione vitivinicola. La proposta governativa di “sciogliere” i Comuni sotto i 5.000 abitanti per ironia della sorte rimette in discussione il territorio comunale creando un vulnus a molte denominazioni. Insomma, anziché rafforzarlo, s’indebolisce il terroir.
“La vitivinicoltura italiana e il sistema delle qualità delle denominazioni – sostiene il presidente di Città del Vino, Floriano Zambon - ha come riferimenti principali il vitigno e il territorio, l’origine e la tipicità, ovvero quei presupposti delle denominazioni che andrebbero rafforzati e difesi e non minacciati dall’interno, con le nostre stesse mani. L’Associazione prevede due strade possibili per scongiurare ulteriori pericoli: il Testo Unico del Vino in corso di redazione, dove abbiamo sottolineato più volte ai relatori andrebbe specificata meglio la caratteristica identitaria dei nostri vitigni, poiché nessun Paese al mondo basa la propria vitivinicoltura su un numero così elevato di varietà (oltre 500 quelle iscritti al Catalogo nazionale e molti gli autoctoni). Secondo – conclude Zambon - la veloce approvazione della proposta di legge che riconosce il mondo del vino italiano come patrimonio culturale”.
“La nostra vitivinicoltura di qualità ha anche una sua specificità: quella cioè d’essere prodotta in tanti Comuni sotto i 5mila abitanti – sottolinea il direttore di Città del Vino, Paolo Benvenuti”-.
In questa prospettiva la proposta di legge sullo scioglimento dei piccoli Comuni rischia di mandare in tilt il nostro sistema di qualità. Anche su questo è necessaria una riflessione attenta e una revisione, perché un conto sono le funzioni amministrative, un altro la rappresentanza degli interessi e del valore che le amministrazioni locali hanno in dote per storia, tradizioni, patrimonio e comportamenti”.
Stando a questa proposta si salva per ora Montalcino, che con 5.139 anime potrà conservare il titolo di Comune, almeno finché la demografia lo consente, ma un Barolo di Barolo (739 abitanti) si chiamerà della “frazione”di Barolo? Un Morellino rimarrà di Scansano (4.500 persone) o della “località” Scansano? E il Barbaresco (670 abitanti), il Greco di Tufo (934), l’Aleatico di Gradoli (1.479)…?

Vellutata di cavolfiore con cicciole di maiale croccanti e Rosa di Gorizia

400 g di cavolfiore, 400 g di patate, 500 g di latte, 500 g di acqua, 10 g di sale, 300 g di guanciale di maiale, 6 cespi di radicchio di Gorizia, olio evo, aceto balsamico.

In una pentola, unire il latte, l’acqua, il cavolo, le patate e il sale. Portare a ebollizione e cuocere per circa 20 minuti. A cottura ultimata, passare tutto al frullatore.
A parte tagliare a piccoli dadini il guanciale, soffriggerlo lentamente. Appena i dadini avranno rilasciato tutto il grasso e saranno dorati e croccanti, metterli da parte tenendoli in caldo. Sfumare il fondo del grasso con aceto balsamico. Mondare e lavare i cespi di radicchio e condirli con il grasso sfumato di balsamico.
In una fondina disporre la vellutata di cavolfiore, adagiarvi al centro le foglie di radicchio e le cicciole di maiale. Finire con un filo di olio extravergine di oliva.

Rosa di Gorizia

Non si tratta di un fiore, ma di una varietà pregiata di radicchio rosso. La sua coltivazione è tipica del nord-est dell’Italia e avviene ormai da ben duecento anni con tecniche su piccola scala che si tramandano di generazione in generazione. I produttori locali custodiscono ogni segreto necessario alla coltivazione di un vero e proprio gioiello della biodiversità agroalimentare italiana.

Vino consigliato: Friuli Aquileia Doc Merlot
Il tajut rosso dei Friulani; sul piatto è da cogliere giovane, beverino, vinoso e scorrevole.

Al Paradiso

Paradiso di Pocenia (UD) - Via S. Ermacora, 1 - tel. 0432 777000 - www.trattoriaparadiso.it

Annamaria si ispira al maestro Gianni Cosetti dal quale ha preso la profonda cultura dei prodotti che continua a sviluppare con sensibilità, anche grazie al marito Aurelio e alla figlia Federica.

Tortelfrico

Per i tortelli: 400 g di patate, 100 g di farina, 2 tuorli, 1/2 cucchiaio d’olio evo, 15 g di fecola di patate, 40 g di burro, sale.
Per il ripieno: 160 g di ricotta, 80 g di Montasio fresco,
60 g di Montasio vecchio, 40 g di mascarpone.
Per la salsa: 200 g di cipolla gialla, 30 g di speck, 40 g di brodo vegetale.

Per la pasta di patate: impastare queste ultime lessate e passate con il resto degli ingredienti. Stenderla sottile e coppare dischi del diametro di 5 cm, riempiendoli con il composto di Montasio e formare mezzelune ottenendo i tortelli. Cuocerli in acqua salata, scolarli e rosolarli brevemente nel burro. Passare la ricotta, unirvi il Montasio fresco, lo stravecchio grattugiato e da ultimo il mascarpone. Regolare di gusto e fare riposare l’impasto per circa 1 ora.
Per la salsa: pelare e tagliare alla julienne le cipolle e rosolarle in poco olio, con la fetta di speck; bagnare con il brodo e portare a cottura. Togliere la fetta di speck e frullare con minipimer, regolando quindi di gusto.
Disporre sul fondo del piatto la salsa, adagiarvi al centro tre tortelfrico per persona, guarnendo con chips di speck secco.

Frico

Il frico è un piatto a base di formaggio ed è la preparazione più tipica della cucina friulana. L’origine è antichissima ed è stato descritto per la prima volta, con il nome di Caso in patellecte, dal maestro Martino da Como, cuoco del patriarca di Aquileia verso la metà del XV secolo. Il frico si divide in due principali categorie: friabile e morbido. Quello friabile è composto solo da formaggio, quello morbido vede l’aggiunta di patate.

Vino consigliato: Friuli Grave Doc Cabernet Franc
Intense sensazioni fruttate con piacevoli note speziate, bocca marcata da frutta rossa matura e sentori lievemente erbacei.

Là di Moret

Udine - Viale Tricesimo, 276 - tel. 0432 545096 - www.ladimoret.it

La famiglia Marini - Franco, Margherita ed Edoardo - ha aperto da sempre la propria cucina sugli orizzonti dell’intera regione: dal profumo del mare ai sapori della montagna.

Crema di jota con cotechino all’aceto balsamico e salsa di kren

200 g di patate, 200 g di fagioli borlotti ammollati, 200 g di crauti acidi, sale, pepe, 1 spicchio d’aglio, 4 cotechini piccoli, 2 cucchiai di farina 00, 150 g d’olio di semi, 1 radice di kren, 2 cucchiai di panna da cucina, paprika.

Preparare una minestra a base di patate, fagioli e crauti. Addensarla con farina 00 e profumarla con aglio soffritto nell’olio. Passare la minestra al mixer, riducendola a crema. Cuocere i cotechini in abbondante acqua per circa un’ora. Ridurre in polvere il kren, emulsionarlo con panna da cucina e regolare di sale.
Disporre la crema in un bicchiere a coppa, spolverizzare con paprika e condire con un filo d’olio.
Tagliare il cotechino a rondelle e disporlo nel piatto, con qualche goccia di aceto balsamico e la salsa di kren.

Jota

La jota è un piatto tipico triestino, diffuso nella cucina del Friuli Venezia Giulia, particolarmente nelle province di Trieste e Gorizia. Si tratta di una minestra che nella versione triestina è a base di crauti e insaporita con fagioli, costine o altra carne di maiale affumicata. Diversamente che a Trieste, la jota in Friuli veniva considerata una pietanza di ripiego, tanto che i vecchi usavano lamentarsi del fatto che erano costretti a mangiarla molto spesso.

 

Vino consigliato: Friuli Colli Orientali Doc Tazzelenghe

Il nome ‘taglia lingua’ annuncia un vino rustico che ammorbidisce il suo carattere con l’affinamento.

È ricco di acidità e i suoi tannini sono vivi.

Lokanda Devetak

San Michele del Carso (GO) - tel. 0481 882488 - www.devetak.com

La cucina è condotta da Gabriella che racconta la tradizione culinaria mitteleuropea fusa con quella slovena e italiana. Vengono utilizzate materie prime del Carso dell’azienda agricola della famiglia.

Winearound.... Un grande successo

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Saluzzo. Una piccolina e signorile e elegante cittadina in provincia di Cuneo. Sotto, ma proprio sotto il Monviso. Aria pulita, gente per bene, storia antica, nessun semaforo, grande e pulitissima zona pedonale... una zona dove molti giocano a golf, dove viene prodotta  tanta frutta, la gallina bianca di Saluzzo, il Prosciutto Crudo di Cuneo DOP e vini autoctoni quali il Pelaverga e il Quagliano e formaggi come Castelmagno Dop, il Toumin dal Mel, il Nostrale, la Toma d’Elva e dolci alle nocciole e anche diverse birre artigianali.

Insomma di tutto un po’ con un occhio particolare alla ricerca della territorialità e del prodotto d’eccellenza. Ecco cosa ho trovato, non senza rimanerne stupefatta, in questa cittadina di neanche 17 mila abitanti e nel terriotorio che la circonda.

Ho accolto l’invito degli organizzatori della mostra mercato Wine Around ed eccomi nelle antiche scuderie dell'ex Caserma Mario musso, ora sede della Fondazione Amleto Bertoni. Alte volte a vela in mattoni, spazi aperti, allestimento minimal ma con tocchi di modernità scicchettosa . La seconda edizione dell'evento non poteva trovare location migliore. Tante delizie da degustare a partire dai vini. Più di 500 etichette, con aziende provenienti da tutta Italia e il grande banco, preso d’assalto dai convenuti, di Enoteca Italia, una proposta della Guida Vinibuoni d’Italia . Ma anche Prosciutto Crudo di Cuneo DOP, con i suoi taglieri e primi a base di salumi della Salumeria Gran Dock, la Corporazione dei Mastri Oleari che in sinergia con l'Istituto Culinario Ifse ha proposto il suo fritto gourmet con olio extravergine d’oliva, e da altre prelibatezze come lo stinco alla birra Baladin, la focaccia Fa Croc e le tapas di pizza gourmet di Gusto Divino, i formaggi del caseificio Valvaraita. E birre artigianali nazionali.

Molto apprezzati anche i laboratori di degustazione che, novità per questa città, sono stati seguiti con curiosità e interesse.  Tanta gente ma, ed è questo che mi ha stupito, tanti, ma veramente tanti giovani, quasi tutti in gruppo. Allegri preparati. Sapevano esattamente cosa degustare.

Una manifestazione giovane ma con un sicuro avvenire.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]