Piemonte e Valle d'Aosta ad Asti

Dopo la presentazione ufficiale in occasione della 21esima edizione del Merano Wine Festival, la guida Vinibuoni d’Italia 2016 ha iniziato un percorso che la vede protagonista in giro per l’Italia ad incontrare i produttori che hanno ottenuto i riconoscimenti per i loro prodotti di eccellenza.
Seconda tappa è stata Asti con la partecipazione del Presidente del Consorzio Barbera d'Asti e vini del Monferrato Filippo Mobrici, del Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti Michele Maggiora, di Mario Busso, in qualità di curatore nazionale della Guida ed alcuni coordinatori regionali.

L’incontro di Asti è stata anche l’occasione per la consegna dei diplomi alle aziende vitivinicole piemontesi e valdostane che hanno raggiunto gli ambiti riconoscimenti della Corona, della Golden Star e della Corona del pubblico “Oggi Le Corone Le decido IO”.
Nell’edizione 2016 la guida ha realizzato un ampio approfondimento dedicato alla barbera, tra i vitigni più rappresentativi del Piemonte, un vino con oltre 500 anni di storia ed ambasciatore del Piemonte nel mondo. I dati dicono che su 22 milioni totali di bottiglie di barbera d’Asti prodotte ben 11 milioni sono quelle che raggiungono le tavole nel mondo.

Nella Guida, l’unica dedicata ai vini da vitigni autoctoni, cioè a quei vini prodotti al 100% da vitigni che sono presenti nella Penisola da oltre 300 anni, sono state recensite per quanto riguarda la barbera d’Asti ben 47 aziende produttrici, le corone d’oro sono state 9 e 7 quelle arancio, ovvero quelle del pubblico che rendono la DOCG astigiana indiscussa protagonista della qualità vitivinicola piemontese.

Qualche informazione sull’edizione 2016 della guida Vinibuoni d’Italia: 1387 le aziende selezionate di cui 467 i vini che hanno ottenuto la Corona: massimo riconoscimento per i vini top dell’eccellenza, scelti con voto palese di maggioranza nella sessione finale di degustazione a commissioni riunite su scala nazionale. La premiazione e presentazione della guida alla stampa si è tenuta nel Teatro Puccini di Merano.

184 i vini che hanno ottenuto la Golden Star: secondo massimo riconoscimento per i vini che hanno espresso eleganza, finezza, equilibrio, qualità e precisa espressione del varietale e del territorio. 360 le corone attribuite dai winelovers ovvero dal pubblico che ha assistito alle finali di Vinibuoni d’Italia e che ha votato parallelamente ai coordinatori della guida nell’evento “Oggi le Corone le decido io”.

Fatto unico nel mondo delle guide, perché con questa iniziativa anche quest’anno operatori, ristoratori e winelovers, in parallelo alle commissioni di Vinibuoni d’Italia, ha potuto indicare con il proprio voto i vini da inviare a Corona. 242 i vini da non perdere: vini di particolare pregio che le commissioni regionali hanno voluto mettere in risalto, dedicando loro un’apposita sezione della guida.

Importanti riconoscimenti al Piemonte

• 190 le aziende selezionate
• 59 i vini che hanno ottenuto la Corona
• 22 i vini che hanno ottenuto la Golden Star
• 51 le corone attribuite dai winelovers
• 29 i vini da non perdere

I riconoscimenti alla Valle d'Aosta

12 le aziende selezionate
• 4 i vini che hanno ottenuto la Corona
• 1 vino che ha ottenuto la Golden Star
• 2 le corone attribuite dai winelovers
• 2 i vini da non perdere

La guida Vinibuoni d’Italia 2016 a cura di Mario Busso edita dal Touring Club Italiano ha 704 pagine e costa 22 euro.

Nella foto i produttori Piemontesi e Valdostani premiati ad Asti presso la Cassa di Risparmio di Asti dall'edizione 2016 della La guida Vinibuoni d'Italia 2016.

Lo Spumante dei 150 anni

Edizione limitata, 600 bottiglie, spumante Extra Brut, Vallée d'Aoste Doc - Blanc de Morgex et de La Salle per festeggiare i 150 dalla prima ascesa della vetta del Cervino.

Un 100% Prié Blanc, straordinario esempio di viticoltura che sfida le leggi della natura, proveniente dai vigneti più alti d'Europa, 1250 metri sul livello del mare! Il Prié Blanc, conosciuto anche come Blanc de Morgex è l’unico vitigno autoctono a bacca bianca della Valle d’Aosta, coltivato a piede franco, non innestato su vite americana, quindi riproducibile per talea. Coltivato esclusivamente tra i 900 e i 1200 metri nell'alta Valdigne, sulla sinistra orografica della Dora Baltea, nel comprensorio dei comuni di La Salle e di Morgex. Vengono considerate le vigne più alte d’Europa.

Allevato a pergola bassa, non più di un metro da terra per raccogliere il calore che si accumula durante il giorno, per sopportare i lunghi inverni la pianta ha sviluppato un ciclo vegetativo molto breve. La prima descrizione di questo sistema di allevamento lo si deve al naturalista svizzero e fondatore dell’alpinismo Horace-Bénédict de Saussure nel XVIII secolo.

Viene utilizzato nella produzione del Valle d'Aosta Blanc de Morgex et de La Salle in purezza, prodotto sia nella versione fermo che spumantizzato con metodo classico, inoltre con lo stesso vitigno viene prodotto un Eiswein denominato Chaudelune Vin de Glace con uve ghiacciate raccolte a fine dicembre con temperatura al disotto dello zero.

Le origini del vitigno controverse: per alcuni è un vitigno autoctono valdostano, conosciuto già nell’VIII secolo d.C., per altri invece sarebbe stato importato nella regione dai Vallesi, nella prima metà del Seicento. Intorno agli anni Settanta del Novecento i produttori di Prié Blanc hanno cominciato a unirsi e confrontarsi, fino a dare origine nel 1983 alla Cooperativa du Vin Blanc e ad ottenere la Doc nel 1986. La Cave Mont Blanc de Morgex et La Salle nata dalla fusione dell’associazione dei viticoltori di Morgex e Les Riboteurs du Vin Blanc de La Salle conta ad oggi circa 80 soci conferitori per 18 ettari di superficie vitata. L’obiettivo della Cooperativa è ancora oggi quello di recuperare le vigne, evitandone l’abbandono, e di farne reimpiantare di nuove, nel desiderio di non lasciar morire una tradizione secolare di questi luoghi.

Lo spumante sarà offerto agli ospiti in occasione di una degustazione speciale, a conclusione dell’incontro letterario "Cervino sopra le righe" del 17 luglio nella Piazzetta delle Guide a Valtournenche. Alpinisti-scrittori, dialogano sulla necessità profonda dell’uomo di raccontare le proprie esperienze vissute in montagna. Reinhold Messner presenta il nuovo libro, ancora inedito in Italia, dedicato al Cervino e ai protagonisti della conquista della Gran Becca; l’alpinista fuoriclasse Catherine Destivelle ci coinvolge nella sua avventura di editrice e scrittrice; Hervé Barmasse racconta la genesi del suo primo titolo “La montagna dentro”, edito da Laterza. La Società Guide del Cervino, che quest’anno festeggia i 150 anni, introduce i due libri in uscita per l’occasione: un omaggio alle Guide e alla loro storia e una raccolta delle esperienze dei membri del Club Amici del Cervino.