Vinibuoni dopo Vinitaly

Dopo quattro giorni di business e promozione per il mondo vitivinicolo, il 51° Vinitaly chiude registrando 128 mila presenze da 142 nazioni. In crescita l’internazionalità del salone che quest’anno ha visto aumentare i top buyer stranieri accreditati che toccano quota 30.200 (+8% sul 2016), sul totale dei 48 mila visitatori esteri. Un risultato importante che ha segnato un grande interesse verso il mondo dei vitigni autoctoni, sempre più protagonisti dei mercati.

Enoteca Italia, organizzata e gestita dalla Redazione di Vinibuoni d’Italia, è stata il punto di attrazione della manifestazione. Enoteca Italia è la soluzione ideata dalla guida per favorire gli operatori di settore alla ricerca del vino che un’agenda fitta di appuntamenti a volte non permette loro di scoprire. Infatti molti buyer hanno fatto tappa proprio nello stand di Enoteca Italia, dove oltre 350 etichette in bella mostra sono state presentate dai sommelier della guida con informazioni immediate. Un colpo d’occhio rapido sui vini da vitigni autoctoni di tutte le regioni italiane a cui ha fatto seguito la comoda ed immediata possibilità di degustare in maniera professionale tutte le referenze presenti. Tempi azzerati per buyer e wine lovers, che anche in questa edizione hanno decretato il successo di Vinibuoni d’Italia.

Il racconto dei vini nelle sue numerose interpretazioni a giornalisti, operatori di settore e appassionati ha offerto altresì la possibilità di crescita culturale attraverso laboratori di abbinamento che hanno avuto protagonisti i salumi Levoni e il Grana Padano in abbinamento a chicche enologiche selezionate appositamente da Vinibuoni d’Italia. Un sistema di “avvicinamento” alla cultura enogastronomia che ha dato grande soddisfazione ai produttori presenti e a tutti i visitatori.

Infine il momento del voto a cui hanno partecipato oltre mille appassionati di bollicine. Infatti con l’iniziativa “Vota la tua Sparkling Star” il pubblico ha potuto esprimere il proprio giudizio decretando, nelle varie categorie di spumanti, quello che a loro gusto è risultato il migliore.

METODO CLASSICO

Spumante Metodo Classico Brut Soldati La Scolca d'Antan 2005 – LA SCOLCA

Spumante Metodo Classico Brut Rosé Soldati La Scolca d'Antan 2005 – LA SCOLCA

Spumante Metodo Classico Brut Parusso 2012 – PARUSSO

FRANCIACORTA

Franciacorta Docg Extra Brut Millesimato 2012 – BERSI SERLINI

Franciacorta Docg Millesimato Pas Dosé Castello di Gussago La Santissima – CASTELLO DI GUSSAGO LA SANTISSIMA

Franciacorta Docg Millesimato Brut Cuvette 2008 – RICCI CURBASTRO

OLTREPÒ PAVESE

Oltrepò Pavese Metodo Classico Docg Brut Virtus Millesimato 2009 – VIGNE OLCRU

Oltrepò Pavese Metodo Classico Docg Pinot Nero Brut Victoria Millesimato 2009 – VIGNE OLCRU

Oltrepò Pavese Metodo Classico Docg Pinot Nero Rosé Cruasé Brut – TERRE D'OLTREPÒ

TRENTO DOC

Trento Doc Rosé Extra Brut 2012 – MOSER

Trento Doc Brut Rosé Abate Nero Millesimato 2012 – ABATE NERO

Trento Doc Rosé Brut Piancastello 2011 – ENDRIZZI AZIENDA VITIVINICOLA

METODO CHARMAT

Sannio Doc Aglianico Rosato Spumante Extra Dry Animanera - ROSSOVERMIGLIO

Spumante Brut Rosé Gran Cuvée Particolare – TENUTA DEL BUONAMICO

Terre Siciliane Igt Bianco Spumante Brut Chenin Blanc Mandrarossa 2016 – CANTINE SETTESOLI

PROSECCO

Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Brut – DRUSIAN FRANCESCO

Prosecco Doc Treviso Spumante Extra Dry Gujot – DRUSIAN FRANCESCO

Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Extra Dry Metodus – ARIOLA VIGNE E VINI

SPUMANTI DOLCI

Spumante Particolare Gran Cuvée Dolce – TENUTA DEL BUONAMICO

Moscato Spumante Dolce La Postilla – CANTINE DEL NOTAIO

Spumante Dolce Verduzzo Friulano Gran Dessert – CANTINA PRODUTTORI DI CORMÒNS

Dalla Russia con amore

Nel 1963 il mito cinematografico di James Bond era già esploso con “Licenza di uccidere” e, se l’Inghilterra elisabettiana era fiera della spia di Ian Fleming, mi ricordo che l’America venne invece catturata dal film “Agente 007, dalla Russia con amore”.

Quel romanzo, fra i meglio riusciti dell’autore nel suo congegno di spionaggio ed erotismo, potrebbe preludere al “misterioso” mondo dell’enologia russa sbarcata quest’anno a Vinitaly con oltre 50 vini, tra fermi, spumanti e ice wine prodotti da 18 aziende provenienti dalle 5 regioni vinicole di Krasnodar, Stavropol, Rostov, Dagestan e Crimea, situate a ridosso del 45° parallelo, il cosiddetto “asse d’oro” che corre al centro di alcune delle migliori zone produttive dell’Italia (dal Veneto al Piemonte) e della Francia (il Rodano).

• I Vitigni

Vinibuoni d’Italia è estremamente attenta a quanto sta succedendo su scala planetaria in riferimento ai vini da vitigni autoctoni. Un fenomeno che oltre all’Italia, sta coinvolgendo tutte le regioni vitivinicolre del mondo e alla riscoperta dei vitigni autoctoni è interessata addirittura la Cina.

Per quanto sconosciuta ai più la storia dell’enologia russa risale ai tempi delle antiche colonie greche (oggi le regioni situate al sud della Russia), quando il vino veniva prodotto dai Greci con gli stessi autoctoni tramandati fino ad oggi: le ultime ricerche svolte dagli enti internazionali hanno confermato che gli autoctoni del sud della Russia non hanno nessun legame con i vitigni europei e quindi si possono trovare esclusivamente sul territorio russo.

Tra i circa 30 vitigni autoctoni più importanti vanno citati Krasnostop, Saperavi, Tsimlyanskiy Chorny, Plechistik, Kefessiya Sibirkovy a bacca rossa, e Rkatsiteli e Kokur a bacca bianca.

• Le Zone

La diversità di suoli unitamente a condizioni climatiche con lunghi e freddi inverni e corte estati calde permettono alla Russia di creare vini con caratteristiche davvero diverse. Complessivamente si coltivano quasi 90.000 ettari di vigneti: completamente a sud del 45° parallelo c’è il Dagestan (paragonabile alla Puglia brindisina, 23 mila ettari) dove si producono vini rossi rotondi e fruttati, mentre a nord c’è la fredda regione di Rostov (4.200 ettari) all’interno del distretto Valle del fiume Don e geograficamente simile alla Champagne, dai rossi più tannici e con buona acidità; il parallelo taglia quasi a metà i territori di Kransodar (25 mila ettari), di Stavropol (6.400 ettari) e della Crimea (21 mila ettari) dove, grazie al clima molto simile alla Barossa Valley in Australia, si producono prevalentemente bianchi e rossi di grande interesse per lo più da vitigni internazionali.

Le tecniche

Oltre a vini provenienti da territori e vitigni storici, in Russia esistono stili e tecniche produttive originali: insieme agli ice wines (sia da uve bianche, sia da uve rosse), per la spumantizzazione esiste lo storico metodo Cossack che utilizza in parte uve rosse appassite, mentre in zone estremamente fredde come quella di Rostov i tralci delle viti vengono adagiati e ricoperti di terra prima dell’inverno per difenderli dalle gelate e poi dissotterrati in primavera.

• La produzione e il mercato

Da sempre conosciuto come paese importatore di vini, la produzione di vino in Russia è aumentata di 13 volte dal 2010 a oggi, e nel 2016 si è attestata intorno a 550 mila tonnellate di uve pari a 370 milioni di litri. Favorita dalle nuove politiche vitivinicole di sostegno avviate dalla Federazione Russa - che prevedono di arrivare a 140 mila ettari di vigneto nel 2020 e a 180 mila nel 2025 su un potenziale di 200 mila ettari considerati coltivabili - negli ultimi anni la qualità del vino russo è molto cresciuta e numerose aziende hanno conquistato premi nei concorsi internazionali. Questo è avvenuto anche grazie alla presenza di alcuni dei migliori enologi europei invitati a riscoprire e valorizzare le ricche caratteristiche del territorio attraverso i suoi vini e di molti enologi russi rientrati dopo importanti esperienze all’estero. Un nuovo corso che ha inciso anche sulle preferenze dei consumatori: negli ultimi venti anni è diminuito il consumo di superalcolici del 50% a favore di quello del vino cresciuto del 70%.